«Il Palio non è disciplina olimpica, e pertanto oltre a un regolamento scritto esistono una serie di regole non scritte che la Torre non si sente certamente di aver trasgredito».Quindi la contrada aggiunge qual’era l’obiettivo: «Limitare la rivale. E ciò è stato posto in essere nel modo menoviolento possibile. Il frustinonon è mai stato utilizzato neiconfronti del fantino avversario, né tantomeno nei confronti del cavallo. Il tutto puòesser verificato dai filmati video ufficiali e non. In passato abbiamo assistito ad azioni ben più aggressive e violente». Poi, dopo la difesa, la contrada biancoazzurra passa alcontrattacco: «Contestiamo l’aggressione da noi subita da parte dai contradaioli di Massarella, di cui capiamo lo statod’animo e la frustrazione, ma dei quali non accettiamo ilcomportamento violento manifestato durante e subito dopo la finale. Il consiglio d’amministrazione del Palio e l’amministrazione comunale devono chiarire come mai il servizio d’ordine ha permessoche le due tifoserie arrivassero al contatto. I contradaioli di Massarella hanno lasciatoindisturbati il loro settore e attraverso la pista hanno raggiunto il settore della Torre:
tutto ciò è successo mentre icavalli stavano ancora correndo, e la finale non era ancora
giunta a conclusione. Inoltrehanno lanciato a più ripresesassi, terra e bottigliette verso
il cavallo, il fantino e le persone».
La scena è stata vista da chiera in buca, filmata e ritrasmessa. «Siamo stati accusati
d'istigazione alla violenza, di aver fatto piangere i bimbi massigiani, di esser stati sleali
e quindi di non voler bene al Palio. La violenza l’abbiamo subìta noi, essendo stati aggrediti fisicamente e da qualcuno, anche con cariche ufficiali, verbalmente. Ribadiamo che comprendiamo lo stato d’animo di chi non è riuscito a realizzare un risultato checredeva alla propria portata,
ma valutiamo più grave il pianto di paura dei nostri bambini e delle nostre donne,
che hanno assistito alla violenta aggressione dei loro cari, dei loro genitori ed amici.
Son volati calci, pugni, sputi ed offese pesanti proprio davanti ai loro occhi! Infine la
slealtà nel Palio è un concettonon definito e non definibile: il nostro obbiettivo andava
raggiunto, e lo abbiamo fattonell’ottica di quanto di lecito ci viene concesso in una
“competizione” di tal tipo. Le opinioni discordanti di tutti gli addetti ai lavori su quanto
è accaduto ne sono la riprova. Questo è anche il Palio, il Palio a cui assolutamente vogliamo bene, in cui il peso specifico di alcune contrade anche grazie a questi eventi può avere un valore diverso ogni volta di più!».
Luciano Gianfranceschi